I MEDICI FUGGONO DAGLI OSPEDALI, CHE FARE?
È ormai notizia diffusa che i medici non vogliono più lavorare negli ospedali del Servizio Sanitario Nazionale: in molti se ne vanno e i numeri lo confermano. Per la verità il fenomeno in sé non è nuovo, già dal 2017 si assiste ad un trend in progressivo aumento, e qual è la ragione?
Le cause, peraltro più che legittime, che a ben vedere favoriscono questa severa decisione sono le più varie: dal cosiddetto burnout, alla ricerca di un posto che preservi il proprio benessere, alla possibilità di gestire le giornate di lavoro tutelando l’equilibrio della attività lavorativa con le esigenze della vita privata. In altre parole cercano un sistema che valorizzi le loro competenze, un lavoro che permetta di dedicare più tempo ai pazienti, e poter avere un equo tempo anche per la propria famiglia. In questo contesto, il lavoro dei Medici non solo ha perso valore economico, ma anche sociale. Complice di questo meccanismo è stata sicuramente la pandemia del 2020 che ha di gran lunga peggiorato le condizioni di lavoro negli ospedali. E purtroppo di questi “eroi” ci si è presto dimenticati.
A nostro avviso, per evitare il disastro, è bene recuperare e potenziare il ruolo professionalizzante degli ospedali, che riteniamo la strada per garantire il futuro dei giovani medici e quello dei sistemi sanitari; vale a dire, sostenere e valorizzare l’incontro tra la formazione post-laurea e quello del lavoro nei reparti. In conclusione, sapere cosa cercano i Medici è un preciso obbligo per i governanti, che hanno il nostro mandato di limitarne la fuga, e salvare la nave che sta affondando: lo facciano, e quanto prima.