Il medico migliore: “Così parlò… Platone”
Dopo aver letto la breve e formidabile riflessione che segue, ci siamo fatti l’idea che fosse stata scritta di recente da una mente attenta e informata sui bisogni emergenti dei cittadini. Esigenze queste molto sentite dalla gente, proprio di questi tempi, quando ancora sopravvivono quote residue di comportamento paternalistico dei sanitari. E poi, ci siamo resi conto che questa illuminata osservazione è stata scritta nientemeno che nel IV secolo a.C. da parte del filosofo, scrittore e politico greco antico Platone (Le Leggi, Libro IV, 720 d-e). Ma ora, leggiamo quanto scrisse il grande Maestro, circa duemilatrecento anni fa.
…ci sono medici i quali curano non per scienza, ma in base agli ordini del loro padrone, e perciò non danno alcuna spiegazione, né tantomeno ascoltano i loro malati, ma come tiranni superbi, passando da un malato all’altro, li trattano da schiavi. Ci sono poi medici liberi che curano i liberi, i quali studiano le malattie e le tengono fin da principio sotto osservazione come vuole la natura, dando informazioni allo stesso malato e agli amici, e insieme essi imparano qualcosa dagli ammalati e, per quanto possibile, ammaestrano l’ammalato stesso. Non prescrivono nulla prima di averne persuaso per qualche via l’ammalato, e allora si provano a condurlo alla perfetta guarigione, sempre preparandolo con il convincimento. È migliore allora quel medico che procede nel primo modo o nel secondo modo?
Nessun dubbio, il medico migliore è colui che nell’esercizio dei propri compiti procede nel secondo modo, con sapienza e condivisione. Purtroppo, alcuni sanitari, riteniamo una residua minoranza, agiscono ancora in base agli ordini di un sinistro padrone nascosto in una cultura di gonfia superiorità.